10 Nov Kamala Harris provata ma non sconfitta: Non smetterò mai di battermi
«Sono un fiore di loto. Nasco nella fatica e nel dolore. Con pazienza e consapevolezza, so attendere»
Ancona, 10 novembre 2024 – Nel suo nome c’è il suo destino. Kamala in sanscrito significa fiore di loto. Il simbolo di bellezza e perseveranza. Il Sutra del Loto giapponese, conosciuto come Hokkekyō, indica quella condizione di felicità (Buddhità) che esiste da sempre, libera da paura e illusione che si può ritrovare in ogni forma di vita.
Essere un fiore di loto significa essere capaci di perseverare nel proprio obiettivo, trasformare l’avversità in opportunità, sorridere nella difficoltà cercando di cambiare la situazione a nostro favore, senza opporsi a ciò che ci è capitato. Cambiare il proprio destino lasciando spazio al disincanto.
Kamala sorride molto, quasi a voler lanciare quel messaggio positivo, rassicurante, che trasmette calma. Quello della Harris è un mix di culture, indiana, caraibica, afroamericana, ma nonostante le sue radici multirazziali lei si definisce semplicemente americana.
Nel 1964 nasce a Oakland, in California, da Shyamala Golapan, di Chennai, caotica capitale di Tamil di Madra, in India e Donald J. Harris giamaicano. Entrambi i genitori sono ricercatori. La madre oncologa e il padre economista. La sua è una storia d’immigrazione come tante, segnata da un percorso di integrazione non sempre facile.
Dopo il divorzio dei genitori fu cresciuta con la sorella dalla madre, medico e attivista per i diritti civili e pioniera nella lotta per la salute delle donne, come la definirà a una convention dei democratici e che ha insegnato alle figlie a non lamentarsi delle ingiustizie ma a fare qualcosa al riguardo.
Ha un legame molto forte con la madre, una donna che capiva molto bene che stava crescendo due figlie nere, di lei scrive la Harris nella sua autobiografia The Truths We Hold.
La candidata democratica frequenta la Howard University a Washington, si laurea in Economia e Scienze politiche. Poi il dottorato in Giurisprudenza all’Università della California. Le sue abilità e la sua ambizione le permetteranno di raggiungere importanti traguardi, diventando prima senatrice indo-americana, prima procuratrice generale donna dello Stato della California, prima donna a ricoprire l’incarico di vicepresidente, prima di accettare da Joe Biden, una volta deciso di ritirarsi dalla corsa alle elezioni presidenziali, la candidatura come futura prima presidente donna degli Stati Uniti.
Ma Kamala Harris, come un fiore di loto, con pazienza e consapevolezza sa attendere.
Dopo aver preso coscienza delle diversità culturali e delle disuguaglianze sociali, ha saputo aspettare fino al punto di passare dalla vita modesta vissuta nei sobborghi per immigrati, all’ingresso nell’alta società di San Francisco.
In una lettera dedicata ai figli del precedente matrimonio di suo marito Douglas Emhoff, Ella e Cole, scrive dell’inteso legame che si è creato tra loro dopo aver aspettato a lungo prima di incontrarli.
I risultati delle elezioni americane non sono stati confortanti per Kamala. Tante le ferite dell’America, c’è poi l’inflazione che ha innescato la protesta dal basso e che ha permesso a Trump di riprendersi quel voto popolare che cambierà il volto politico degli Stati Uniti. Nella sfida alla presidenza, Kamala Harris confidava nel voto delle donne che stanche di lottare hanno deciso di non ascoltarla. Non sono servite neppure le parole delle stars che sostenevano Kamala, a riempire le urne.
Accetta la sconfitta ma non si arrende e dice: «Non smetterò mai di battermi. Non è il momento di arrenderci, ma di rimboccarci le maniche». Queste parole ricordano tanto gli insegnamenti della madre quando raccomandava a lei e a sua sorella di non lamentarsi delle ingiustizie, spronandole a fare qualcosa al riguardo.
La sua sarà una lotta che avrà bisogno di tempo e anche in questo caso, come un fiore di loto che nasce nella fatica e nel dolore, con pazienza e con consapevolezza saprà attendere tempi migliori.
«Sono un fiore di loto
Nasco nella fatica e nel dolore
Con pazienza e con consapevolezza so attendere
Quello che mi colpisce mi segna ma non mi annienta
Quando il momento arriva, so cosa fare della ferita che mi è stata inflitta
Non perdo lo sguardo, sono attento alle cose della vita, posso sbocciare
Custodisco la gioia, la creatività, la capacità di trasformare il difficile in prezioso
Il fango, i sassi, le scalfiture sono il mio destino di bellezza
Tu che mi guardi non vedi i colpi, le cicatrici, l’immondizia che mi hanno nutrito
Vedi solo un fiore di loto»