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Camerano – La “terza” della XXII Festa del Rosso Conero

Cala il sipario su un’edizione senza infamia e senza lode

Camerano – Alla fine Giove Pluvio è stato clemente: si è sfogato un po’ in giornata ma ha lasciato tutti in pace ieri sera, permettendo una tranquilla chiusura dell’edizione 2017 della “sagra” del Rosso Conero. Una tre giorni senza infamia e senza lode – per dirla alla Dante Alighieri – che alla fine lascia tutti soddisfatti.

Camerano – Una Piazza Roma senza il delirio di pubblico di sabato 2 settembre ha salutato ieri sera la XXII Festa del Rosso Conero

Soddisfatti gli organizzatori: il pubblico ha risposto alla grande come sempre, sabato sera in maniera strabordante, come accade ogni anno. Nonostante qualche difficoltà di carattere finanziario, alla fine Pro loco & company ce l’hanno fatta a portare in porto il carrozzone.

Soddisfatta la sicurezza: a parte l’episodio del ragazzo volato giù nella scarpata – che per fortuna non ha riportato serie conseguenze – il resto è filato via liscio come l’olio. Qualche ubriaco da tranquillizzare e nulla più, ma ci sta in un evento popolare dedicato al vino. All’Oktoberfest succedono grane di gran lunga peggiori, e lì si parla di birra. La task force messa in campo ha funzionato benissimo.

Camerano – Gran divertimento alla Festa del Rosso Conero. Chi aveva un cerotto sulle labbra che impediva di bere dal bicchiere ha comunque trovato un modo per non rinunciare al nettare degli Dei. Nella foto, una bottiglia di doc della casa vinicola Pesaresi

Soddisfatto il pubblico partecipante: mai vista tanta gente allegra tutta insieme. Certo, il “carburante” aiutava parecchio, ma pure la variegata offerta musicale di qualità e quella dei tanti punti ristoro hanno dato una grossa mano.

Insomma, ad essere seri, di questi tempi organizzare una simile manifestazione con una tale affluenza non è affare da poco. Anzi, è difficilissimo e parecchio impegnativo. Un fortissimo applauso a chi se ne è occupato su più livelli: non a caso i Comuni della zona ce la invidiano davvero una sagra così.

Camerano – Lorenzo e Matteo Chiucconi, in cappello di paglia e camicia, dell’azienda vinicola Angeli di Varano

Il “senza infamia e senza lode” d’apertura però, va spiegato. E a farlo sono gli stessi produttori del Rosso Conero. Tasto dolentissimo che giustifica quel termine reiterato fin qui: sagra e non festa… Perché come sagra questa di Camerano funziona alla grandissima, mentre come Festa del Rosso Conero ha infinite lacune.

Intanto, dovrebbero essere proprio i produttori a organizzarla ma, per loro stessa ammissione, nessuno sarebbe in grado di farlo. E, se alla fine qualcuno ci provasse, sarebbe inviso e osteggiato da una buona parte degli altri. Non c’è coesione e collaborazione fra i circa trenta produttori. La metà di loro, per capirci, non ha neppure partecipato alla sagra.

È la solita vecchia, ristretta, miope mentalità marchigiana: l’incapacità di fare squadra, di unirsi tutti insieme per essere più forti e dotarsi così di una maggiore e capillare penetrazione del mercato. Le singole invidie che portano ognuno a curare il proprio orticello e guai a chi si permette di ficcare il naso in quello altrui.

Camerano – Alle 23.30 di ieri, domenica 3 settembre, qualcuno resiste ancora prima che cali definitivamente il sipario sulla XXII Festa del Rosso Conero

Giovani produttori che usano tecniche innovative che si scontrano con la mentalità ormai superata degli anziani. Ma siccome gli anziani sono più forti, sono loro che impongono freni allo sviluppo, che non lasciano spazi, e rifiutano le moderne tecniche del marketing.

Poi ci sono quei due o tre grandi produttori che, in quanto grandi, dettano prezzi al ribasso che i piccoli non possono sostenere, accaparrandosi grosse fette di mercato.

Così, ognuno fa da sé. Arriva dove e come può. Si spende da soli 100 per raggiungere qualche nuovo mercato oltre regione, quando si potrebbe spendere 10 a testa se si fosse tutti uniti per lo stesso risultato. O anche uno migliore. Ecco perché alla fine questa sagra resterà sempre una sagra – una gran bella sagra, per carità – ma non sarà mai davvero la Festa del Rosso Conero.

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