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La violenza sulle donne raccontata da Simonetta Peci

Presentato al “Cantinone” il libro “Trasmigrazioni. Storie di donne, di violenze, di rinascite”

Osimo. Si chiama “teoria della vulnerabilità acquisita” quella per cui le donne, fin da piccole, sono abituate ad associare alla propria immagine caratteri di debolezza e sudditanza. Chi non ha mai rimbrottato un bambino timoroso con la frase “non fare la femminuccia”? È questo che ci insegna – anche senza volerlo – la nostra cultura: le donne piangono. A loro è permesso perché sono meno forti, meno coraggiose, hanno bisogno di essere salvate perché se lasciate da sole combinano pasticci. E non è certo un mistero che dalla sudditanza alla violenza il passo è davvero breve.

Simonetta Peci, Pina Ferraro Fazio, Anna Salvucci, Eliana Flamini, Franca Bartoli

Simonetta Peci, Pina Ferraro Fazio, Anna Salvucci, Eliana Flamini, Franca Bartoli

«Le donne che vengono maltrattate spesso non hanno coscienza di ciò che sta accadendo. Pensano che sia normale che il marito o il fidanzato si comporti in questa maniera e continuano ad amarlo. Anche mentre vengono riempite di botte». Così ha esordito Simonetta Peci, autrice di “Trasmigrazioni. Storie di donne, di violenze, di rinascite” (editore Albero Niro), in occasione della presentazione del suo libro a Osimo, mercoledì 23 novembre, presso i locali del Cantinone. Un incontro pubblico promosso dalla Consulta delle Pari Opportunità che ha coinvolto, insieme a Simonetta Peci, la vice presidente della Commissione Pari Opportunità delle Marche Anna Salvucci e l’assistente sociale e consigliera di parità Pina Ferraro Fazio. Protagoniste del dibattito anche Franca Bartoli, presidente della Consulta Donne di Osimo insieme a Eliana Flamini, consigliera di maggioranza.

Il vicesindaco Mauro Pellegrini ha portato i saluti dell'Amministrazione comunale

Il vicesindaco Mauro Pellegrini ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale

«“Trasmigrazioni” racconta storie di dolore quotidiano ma allo stesso tempo mette in risalto la voglia di riscatto delle donne protagoniste – ha commentato Anna Salvucci – le quali affrontano un percorso che le porta a trasferire il dramma vissuto in un’esperienza di forza». Tra le pagine del libro si snodano le vicende reali di otto donne marchigiane vittime di violenza che hanno accettato di raccontarsi a Simonetta Peci. «Ciò di cui ciascuna di loro aveva maggiormente bisogno era parlare con qualcuno che le ascoltasse senza pregiudizi» ha raccontato la scrittrice e fotografa fermana.

Le donne incontrate da Simonetta hanno coperto i lividi e le lacrime con un buon correttore o fondotinta – si legge nel libro – e hanno scelto la bellezza come viatico per rinascere e salvarsi.  Hanno fatto lo stesso tutte coloro che hanno trovato – e continuano a farlo ogni giorno – il coraggio di uscire dal silenzio e di chiedere aiuto. Nelle Marche sono state 392 le denunce effettuate nel 2015, di cui 271 riguardanti i figli – nel 60% dei casi minorenni – a loro volta trascinati nella spirale della violenza. «Fino a pochi anni fa la legislazione legittimava l’uso e disuso del corpo femminile da parte degli uomini di casa – ha detto Pina Ferraro –. Dobbiamo aprire gli occhi e riconoscere i segnali  di quello che è un fenomeno multidisciplinare, così da creare una rete di protezione a persone che altrimenti restano invisibili».

Il pubblico presente alla presentazione del libro di Simonetta Peci

Il pubblico intervenuto alla presentazione del libro di Simonetta Peci

«La discriminazione di genere è un problema sociale e come tale deve essere responsabilità di tutti – ha rimarcato Franca Bartoli –. La Consulta Donne Pari Opportunità di Osimo è stata fondata un anno e mezzo fa con l’intento di promuovere la parità tra i sessi, essere un punto di ascolto e di incontro per tutte coloro che vivono un disagio fisico, economico, psicologico. Ci stiamo mettendo in contatto con i centri antiviolenza e con le associazioni della zona perché l’unica arma efficace è un lavoro di rete tra i diversi attori. Le premesse ci sono, ora però dobbiamo dedicarci ai contenuti».

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